Rendere liberi i contenuti
Creative Commons è un’organizzazione che consente la diffusione di opere creative sotto licenze che offrono maggiore flessibilità rispetto alla protezione dei “tutti i diritti riservati” automaticamente messa in essere dalla legge sul diritto d’autore.
Ogni opera creativa viene automaticamente tutelata nel momento in cui la si completa mettendo nero su bianco, premendo il tasto ’salva’ o quello ‘registra’. Questa tutela assegna tutti i diritti a chi ha creato l’opera. Nessuno può usare tale opera senza l’esplicito permesso scritto dell’autore, ad eccezione dei casi stabiliti per l’uso consentito a norma di legge (sul diritto d'autore).
Esistono quattro condizioni che si possono applicare a una licenza Creative Commons:
Attribuzione: si può usare l’opera ma è necessario dare credito all’autore. Questa condizione vale per tutte le licenze Creative Commons.
Non commerciale: si può usare l’opera soltanto se non se ne ricava denaro.
Non opere derivate: si può usare l’opera soltanto se non viene alterata o trasformata al di là degli usi consentiti dalla legge sul diritto d’autore.
Condividi allo stesso modo: si può trasformare l’opera soltanto se quella risultante rimane disponibile in base agli stessi termini dell’opera originale.
53 milioni di opere su internet sono linkate a licenze Creative Commons. Molte persone ne vanno abbracciando il concetto. Ma si tratta forse di qualcosa di pericoloso? O di rivoluzionario? Oppure non ha senso? Sono licenze follemente popolari? Possano risultare davvero utili per scrivere di Beni Culturali o valorizzarli?
Fonte - Tom Merritt, Executive Editor, CNET.com
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