30 novembre, 2005

MIUR, accessibilita' e Legge Stanca

dalla Newsletter del Miur (Ministero Istruzione, Ricerca e Universita')
"Professione Docente" n. 50


Sono oltre tre milioni gli italiani diversamente abili che richiedono un’opportunità pari al resto della collettività.
Avere un accesso, come è consueto affermare, ‘fruibile’ a qualsivoglia sito, ancor più se istituzionale, è divenuta una loro priorità.
Di ‘Accessibilità’ si è parlato anche allo scorso Forum della Pubblica Amministrazione svoltosi a Roma dal 9/5/2005 al 13/5/2005 .
Il CENSIS infatti stabilisce che sono sempre più consultati gli indirizzi utili della Pubblica Amministrazione.

Tengo a precisare che i siti che anno a che fare con i Beni Culturali - Soprintendenze per i beni architettonici o museali o archeologiche - sono direttamente connessi con Pubblica l'Amministrazione e per questo dovrebbero avere un'attenzione particolare perche' di utilita' pubblica.

Sempre tramite il CENSIS è emerso un ambiente Web sempre più teso ad ‘avvicinarsi’ alle esigenze legittime di utenti tanto speciali.
In questo senso, la ‘Legge Stanca-Palmieri’ emerge in tutta la sua attualità.

- Ecco il link ufficiale :
http://www.innovazione.gov.it/ita/intervento/accessibilita.shtml

Importante per la sua applicazione è il Decreto del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie dell’8 luglio 2005 in cui si puntualizzano i requisiti tecnici e i diversi livelli per l'accessibilità agli strumenti informatici (Gazzetta Ufficiale n. 183 dell’8 agosto 2005)

Oltre alla spiegazione di molti termini tecnici 2 sono le voci a mio parere interessanti:
ACCESSIBILITA' E FRUIBILITA'.

Alla voce ACCESSIBILITA' troviamo:
Accessibilita': capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari;

Alla voce FRUIBILITA' troviamo
fruibilità: caratteristica dei servizi di rispondere a criteri di facilità e semplicità d’uso, di efficienza, di rispondenza alle esigenze dell’utente, di gradevolezza e di soddisfazione nell’uso del prodotto;

Un sito che ha a che fare con il tema dei Beni Culturali dovrebbe essere sempre ACCESSIBILE e FRUIBILE. Non sempre è cosi... (vedere qui al lato del BLOG il sito ministeriale www.beniculturali.it ---- Non è affatto accessibile...!)

“Una legge unica in Europa, chiara, efficace e innovativa nell’ortodossia”, così è stata descritta dall’Ingegnere Alessandro Musumeci, Direttore Generale dei Sistemi Informativi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. “Una legge - aggiunge Musumeci - che raccoglie e integra in un quadro organico quanto fissato dal governo americano nella ‘Section 508′, dall’International organization for standardization (ISO) e dal World wide web consortium (W3c), in tema di accessibilità degli strumenti e delle risorse informatiche e che per la prima volta prevede una precisa responsabilità del dirigente che non la rispetta”.

Sono ben 22 i requisiti tecnici dettati del decreto attuativo che dovranno infatti essere seguiti alla lettera, perché l’uso dei siti pubblici avvenga facilmente e in modo immediato, indipendentemente da specifiche abilità personali.

Il progetto "Minerva", messo a punto dal Ministero per i Beni e le Attività culturali in collaborazione con il MIUR, è un esempio di quale sia la tendenza in tale ambito.
Una strada giusta e doverosa quella intrapresa quella del MIUR: speriamo che sia attuata rapidamente da tutte le Pubbliche Amministrazioni e in particolare dagli Enti che hanno in gestione i BENI CULTURALI!

29 novembre, 2005

Museo come un blog

Quando il messaggio e il linguaggio si fondono ... Mi è piaciuto il titolo di questo articolo che riporto di seguito:

Museo come un blog

ANTONELLA PIPERNO
Panorama, 24/11/2005

NUOVA ESPOSIZIONE ALLA SINAGOGA DI ROMA

La storia e la cultura della più antica comunità d'Europa in un rinnovato percorso didattico di 600 metri quadrati. Per raccontare l'apporto degli ebrei romani alla civiltà. Mixando arditamente antico e moderno si potrebbe paragonare il nuovo museo ebraico di Roma a una sorta di blog della più antica comunità d'Europa: un racconto espositivo della sua storia e della sua cultura, con sala dedicata alle «feste della vita», dove campeggia una tavola apparecchiata, come tradizione comanda, per lo shabat, il sabato ebraico.Ma sarebbe un errore considerarlo una meta destinata a interessare soltanto gli ebrei, italiani o stranieri che siano. Lo spazio che viene inaugurato il 22 novembre nei locali della sinagoga di lungotevere Cenci (aperto da domenica a giovedì dalle 10 alle 17; venerdì dalle 9 alle 14, sabato e festività ebraiche chiuso; ingresso 7,50 euro) punta a catturare gli studenti, i turisti, come pure gli appassionati di storia dell'arte, degli argenti, dei marmi e dei tessuti antichi, considerando l'imponenza delle collezioni in mostra, con centinaia di pezzi che arrivano da ogni parte d'Europa, alcuni dei quali del lontano Quattrocento.Difficile, di fronte a tanta abbondanza, pensare che esistesse già tutto. Perché il nuovo museo ebraico è semplicemente il frutto di un nuovo allestimento, di un trasloco e di un sapiente percorso didattico che la comunità ebraica ha allestito grazie al sostegno del ministero dei Beni culturali, dell'Unione Europea e anche di Regione Lazio, Comune di Roma e Alcatel. Il museo esisteva dal 1959 ma era sacrificato al pianoterra del complesso della Sinagoga, in appena 200 metri quadrati, con i pezzi in mostra ammassati e poco valorizzati. Quattro anni fa è partito il progetto per farlo scendere nel seminterrato della sinagoga, 600 metri per l'occasione bonificati dal ministero dei Beni culturali, che fino ad allora ospitavano il forno per il pane azzimo della Pasqua e le riunioni dei centri giovanili. «Il nuovo spazio ci ha permesso di creare un percorso didattico che da finalmente lustro agli oggetti» spiega a Panorama la storica dell'arte e direttrice del museo Daniela Di Castro «e di raccontare l'apporto degli ebrei romani alla civiltà, che va molto al di là del folclore e dei carciofi alla giudia». Il nuovo museo, progettato da Manuela Luca Dazio, accoglierà i visitatori in sei sale espositive, con pannelli illustrati da didascalie in italiano, inglese ed ebraico, e vetrine costruite dalla stessa ditta che ha curato quella che protegge la Gioconda al Louvre. La prima sala è dedicata al Guardaroba dei tessuti, con velluti rinascimentali decorati da fili d'oro e ricami e merletti di età barocca.La seconda sala, Da Judei a giudei, espone calchi di lapidi delle catacombe di Roma e della sinagoga di Ostia antica che insieme a manoscritti del Medioevo puntano a ricostruire la presenza ininterrotta degli ebrei nella capitale per oltre 2 mila anni. A chiarire, insomma, che lontani dall'essere una sorta di immigrati, gli ebrei vantano una romanità più antica degli abitanti di svariati rioni.E anche tradizioni radicatissime: prima di accedere alla terza sala, dedicata alle Feste dell'anno, con la menorah, il candelabro che si mette in tavola per il sabato ebraico, e lo shofar, il corno che si suona in sinagoga nella ricorrenza del Kippur, c'è il Corridoio del ghetto e delle Cinque scole che illustra le ricette della cucina ebraica, il dialetto giudaico-romanesco, gli antichi mestieri.La quarta sala è dedicata ad argenti, tessuti e marmi policromi, un tributo agli oggetti che gli ebrei del ghettodonarono alle loro sinagoghe. Impossibile poi, quando si parla dì ebrei capitolini, non ricordare le leggi razziali: il compito è affidato al video Una stella sul Tevere. Gli ebrei dall'emancipazione a oggi, che attraverso testimonianze e filmati si sofferma sul tragico periodo delle deportazioni. Anche se, più che a concentrarsi sulle sofferenze ebraiche, il museo punta a esaltare vita e tradizioni. Mettendo in mostra anche i talled, gli scialli di preghiera maschili, e le ketubah, le pergamene decorate dei contratti matrimoniali.

L'informatica per i Beni Culturali

L'informatica per i Beni Culturali

Alcuni spunti per aprire il tema...

Si puo' parlare di informatica per i beni culturali a seconda dell'uso e dell'interazione che si crea con essa, del suo uso per la diffusione, per la didattica, per il restauro e per la tutela...

In questo Blog si vuole sottolineare come il web puo dare visibilità al bene culturale e come questo non accada ancora, ci sono links su siti ministeriali e siti privati per dal luce a quelle occasioni di pubblicità che come spesso accade in tante occasioni rimangono "nascoste"...

Il termine "nascosto" puo' far capire che comunque l'informatica è un supporto al Bene Culturale che puo restare nascosto appunto perche spesso l'aiuto informatico per farlo conoscere o per farlo valorizzare ( se non addirittura preservare) non se ne conoscono i vantaggi e le potenzialità...

L'informatica o il mezzo informatico può e deve esercitare un ruolo operativo nel settore dei beni culturali, a condizione però che non sia il livello di tecnologia in sé a determinare la bontà del risultato ottenuto, quanto il risultato stesso.

L'importante è che ogni volta, per ogni progetto che coinvolga il bene culturale, (sia esso pubblicitario, sia valorizzativo, sia di tutela) sia prima definito l'obiettivo tecnico-scientifico, gestionale, economico ( e quello didattico ) e a valle, il "livello di supporto" che l'informatica può fornire.

Spesso è accaduto che per valorizzare l'attività di una Soprintendenza con un sito web non si conoscessero gli obbiettivi primari per cui lo si faceva, non si erano a conoscenza delle potenzialità di questo strumento, ne tento meno gli sviluppi interattivi che questo poteva avere con l'utenza... ( su questo argomento tornerò piu' avanti).

Il "livello di supporto" che l'informatica puo avere sul bene cutlurale è efficace solo se ci sono comunque delle volontà organizzative che spingono e che conoscono tutti i possibili aiuti che da questo possono derivare...

10 novembre, 2005

Integrazione tra beni culturali e tecnologie avanzate

Ultime notizie in fatto di rapporti tra Beni Culturali e nuovi media.
(elaborazioni da fonte: Sesto Potere)

Si è svolta a Bologna il 4 novembre 2005, la dodicesima edizione di COM-PA, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica, dei Servizi al Cittadino e alle Imprese nel corso del quale si è svolto un interessantissimo convegno dal titolo: "La comunicazione attraverso l'uso di nuove tecnologie per l'incremento dell'offerta culturale e la promozione".
In questa occasione si sono presentate le attività che il MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) ha svolto per l'integrazione tra beni culturali e tecnologie avanzate e una particolare attenzione si è data al settore della comunicazione e dell'informazione, per garantire una fruizione sempre più diffusa, completa, esaustiva ed avanzata del vastissimo patrimonio culturale nazionale.
Antonia Recchia, direttore generale per l'Innovazione Tecnologica, ha spiegato in un suo intervento che : " E'indispensabile comunicare con i cittadini con un linguaggio unico secondo modalità coerenti e con un'immagine unitaria e coordinata che accresca la visibilità e la riconoscibilità dell'Istituzione: questo principio è ancora più valido per il nostro ministero che gestisce il patrimonio e le attività culturali del Paese, un settore che è strettamente connesso con la comunicazione. La necessità di incrementare sia l'aspetto quantitativo che quello qualitativo dell'informazione ha orientato le scelte più recenti del Ministero che si sono concretizzate innanzitutto con l'impegno a definire una unica indentità visiva".

Tra le iniziative presentate nel COM-PA ci sono state:

- il progetto MICHAEL (Multilingual Inventory of Cultural Heritage in Europe) finanziato nell'ambito del progetto comunitario eTEN e coordinato dal MiBAC.

- MUSEO e WEB: kit di progettazione rivolto ai musei di piccole e medie dimensioni che intendono sviluppare un sito internet di qualità, sviluppato nell'ambito del progetto europeo MINERVA (coordinato dal MiBAC) le cui linee guide si sono rivelate prezioso strumento anche per l'Osservatorio Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali (www.otebac.it).

- Lo sportello on line per il cinema realizzato dalla Direzione per il cinema in collaborazione con Cinecittà Holding S.p.A. per amministrare le informazioni sul cinema e i suoi addetti in formato elettronico.

- Il progetto Teleguide presentato da Roberto Vicerè, amministratore unico di Mp Mirabilia azienda partner dell'iniziativa insieme a BT Albacom: basterà una semplice telefonata al numero 892.292 per ottenere in tempo reale informazioni precise e scientificamente valide sul monumento, museo o altro sito di interesse storico artistico.

Come funziona il servizio? Semplice: basta comporre il numero , inserire il codice del monumento su cui si desidera avere informazioni e attendere che una voce guida illustri le caratteristiche della statua o del palazzo che stiamo osservando.

I costi?
Il servizio dura circa quattro minuti con una spesa di 60 centesimi al minuto. I primi sessanta secondi sono gratuiti e si può scegliere, per adesso, fra due lingue: italiano e inglese.
Le città coperte da questo nuovo servizio (gestito da BT Albacom) sono: Roma, Napoli, Lecce, Bari e Ravenna.
(Ma è a pagamento ? Certi servizi non dovrebbero essere gratis? E lo Stato non ci prende nulla?)

- La Carta dei Servizi, in corso di sperimentazione in Campania che da la possibilita' agli utenti di individuare e verificare puntualmente le prestazioni erogate.
E' una carta sulla quale vengono indicate le sedi didattiche, gli orari di apertura al pubblico, le attivita e l'organigramma della Scuola regionale di Polizia.

- Il progetto "Infocultura", un progetto integrato di comunicazione per diffondere le informazioni riguardanti la cultura.